Premessa
Da tempo pensavo di scrivere un articolo in cui esprimere alcune considerazioni generali sull'ufologia. Con questo termine intendo la ricerca su quello specifico fenomeno
comunemente conosciuto con l'acronimo UFO. Un fenomeno che per oltre tre quarti di secolo è stato artificialmente relegato in un ghetto cognitivo, coperto di discredito e ridicolo, nonostante
un'impressionante mole di dati empirici che ne attestano la concreta realtà. In questo lungo periodo buio, solo alcuni sparuti curiosi, coraggiosi appassionati unitamente a qualche rarissimo
scienziato hanno avuto il coraggio di avvicinarsi
a questo fenomeno per cercare di studiarlo, di venirne in qualche modo a capo.
Ma dopo oltre tre quarti di secolo di disinteresse il fenomeno, ora ribattezzato UAP, comincia a essere preso sempre di più sul serio. In breve, dopo tanto tempo le cose stanno davvero cambiando.
Per questo motivo è necessaria una riflessione sul ruolo dell'ufologia come l'abbiamo conosciuta finora e questa piccola storia vuole servire proprio a questo.
Siamo nella seconda metà del 19mo secolo su un'isola della Nuova Guinea. Un grande faraglione dalla cima piatta, un mondo chiuso da cui nessuno può uscire non avendo l'isola non alcun approdo al mare. L'arco che anticamente la collegava alla terraferma doveva essere stato distrutto in tempi remoti da un terremoto, rendendo di fatto l'isola inaccessibile.
Un piccolo mondo tranquillo e sicuro da cui i suoi abitanti, pur non potendo uscire, potevano ammirare la vastità dell'oceano da un lato e la rigogliosa vegetazione della terraferma dall'altro. Una terraferma separata da poco più di cento metri di mare, tanto vicina quanto inaccessibile. Le pareti quasi verticali rendevano impossibile sia la discesa in mare che l'approdo sull'isola.
Tiki era un membro orgoglioso della sua tribù. Fin da bambino, aveva manifestato una spiccata curiosità che lo spingeva a esplorare incessantemente il suo piccolo ma interessante mondo e a chiedersi il perché delle cose, senza necessariamente prendere per buone le opinioni comunemente accettate.
A un certo punto, cominciarono a circolare voci su strane cose che accadevano al di là del mare, sulla terraferma, o piuttosto sopra la foresta. Si parlava di strane nuvole bianche che apparivano dal nulla e camminavano sopra gli alberi della foresta come se fossero vive, una specie di serpente volante evanescente. A queste voci se ne aggiunsero altre che riferivano di strani versi di uccelli e altri rumori che assomigliavano a ruggiti, mai sentiti prima. Alcuni sostenevano che quei rumori dovevano avere qualche legame con quelle strane nuvole viventi, perché sembravano provenire dal punto in cui le nuvole erano apparse.
Una persona curiosa come Tiki non poteva ignorare queste voci persistenti e ricorrenti.
Tiki si mise quindi a cercare di raccogliere quante più informazioni possibili su queste strane voci. Armato di molta pazienza e di una buona dose di coraggio, si appostò il più in alto possibile tra gli alberi sul lato che si affacciava sulla terraferma, sperando di scorgere qualcosa su questo misterioso fenomeno. La sua pazienza fu premiata e dopo molti tentativi riuscì a osservare con stupore quelle nuvole bianche che camminavano da sole sopra gli alberi. Continuando, riuscì anche a sentire quegli strani rumori e ruggiti.
Era chiaro che qualcosa stava succedendo, ma cosa?
Nella tribù si parlò molto di questi strani fatti. Alcuni, ben pochi a dire il vero, seguirono l'invito di Tiki e si appostarono tra gli alti alberi della terraferma, avendo così l'opportunità di osservare quei fenomeni misteriosi. A livello generale presto prese forma l'opinione che si trattasse di nuove manifestazioni degli spiriti della foresta; alcuni erano indifferenti mentre altri non vollero mai dare credito a nessuna di queste storie, anche se si rifiutarono sempre di salire sugli alberi per verificare di persona.
Molte furono le sere in cui, seduto con gli anziani intorno al fuoco, Tiki cercò di ottenere quante più informazioni e opinioni possibili. Ma nemmeno gli anziani, con la loro grande saggezza, riuscivano ad andare a fondo della questione, tanto meno a fornire qualcosa di utile per l'indagine. Il mistero rimaneva.
Cercò anche l'aiuto di Aiuku, lo sciamano della tribù. Inizialmente riluttante, lo spirito di servizio che contraddistingue gli sciamani prevalse e lo spinse a cercare di soddisfare la curiosità di Tiki.
Compì quindi alcuni "viaggi" dai quali riportò una visione coerente ma incomprensibile. Vide o percepì qualcosa che riuscì a spiegare solo paragonandolo a due infinite canne di bambù lucenti che si affiancano nella foresta in una striscia stretta e senza piante, unite a intervalli regolari da tronchi spessi, dritti e piatti. "Canne di bambù infinite e lucenti, tronchi piatti, striscia senza piante... che assurdità!". pensò Tiki mentre ascoltava la storia.
Aiuku affermò che la sua percezione era chiara, ma non aveva idea di cosa potesse trattarsi.
La percezione di Aiuku - Foto di Yoal Desurmont su Unsplash
Infinite canne di bambù lucenti posate a terra, nuvole bianche che apparivano dal nulla e camminavano o volavano ora da una parte ora dall'altra degli alberi. Strani rumori che ora assomigliavano a quelli di certi uccelli ora sembravano ruggiti. Sembravano tutte cose senza senso, eppure ormai lui stesso aveva osservato più volte le nuvole che camminavano e aveva sentito quegli strani rumori. Aiuku aveva confermato la coerenza delle sue percezioni, ma cosa potevano essere? Cosa stava succedendo nel folto della foresta nella terraferma?
Fece anche molti disegni su una roccia dalle pareti lisce vicino alla sua capanna per cercare di tenere a mente le forme di quelle misteriose nuvole e per cercare di spiegarle ai non molti membri della tribù disposti a discuterne.
Gli anni passarono inesorabilmente; le nuvole viventi continuarono a manifestarsi, così come quegli strani rumori. Col tempo la tribù raggiunse un tacito accordo, una spiegazione consensuale del fatto che spiriti di tipo diverso si erano a un certo punto manifestati nella foresta sulla terraferma poi, dopo un certo punto, nessuno ci fece più caso. Tutto sommato, i fenomeni rimasero confinati al di là del mare e non costituirono mai alcun pericolo per la tribù.
Crescendo, Tiki mise su famiglia, ma non si arrese e continuò a tenere d'occhio i fenomeni. Trascorse così ore e ore a incantare figlioletti e nipotini con i suoi meravigliosi racconti di misteriosi fenomeni sulla terraferma.
Terminò la sua vita fisica dopo aver visto una quarantina di primavere, ma senza mai riuscire a risolvere il mistero.
Morale della storiaTiki non riuscì mai a capire che quelle strane manifestazioni erano dovute a una ferrovia, un sistema che permetteva di trasportare persone e cose su grandi distanze grazie a sbuffanti e ruggenti bestioni meccanici azionati del vapore che, mentre viaggiavano su quegli infiniti bambù lucenti, emettevano quelle nuvole che sembravano vive e quei rumori che sembravano ruggiti di animali.
Naturalmente, gli sbuffi che sembravano nuvole vive non erano altro che il prodotto del funzionamento di queste macchine, e gli strani rumori, il fischio della locomotiva e lo sbuffo del motore a vapore.
Un sistema tecnologico che un uomo appartenente a una civiltà di livello neolitico non avrebbe mai potuto comprendere.
Foto di Roland Lösslein su Unsplash
Chi ha familiarità con il fenomeno UFO e le sue manifestazioni ha sicuramente trovato molti argomenti familiari nella storia di Tiki. A coloro che non lo conoscono, invece, consiglio di tenerla a mente, perché contiene gli elementi principali che prima o poi incontreranno nel corso delle loro ricerche.
Venendo alla storia di Tiki e alla sua morale, possiamo dire che gli UFO sono come le misteriose "nuvole viventi" sopra gli alberi della foresta. Cioè ci appaiono come una parte osservabile, anche se misteriosa, di quello che verosimilmente potrebbe essere un sistema molto più grande e complesso, che potrebbe rivelarsi ancor più misterioso e di comprensione molto difficile (sempre ammesso che si tratti di qualcosa di conoscibile per noi umani terrestri).
Ora che l'argomento UFO viene preso sempre più in seria considerazione, la domanda è: vale la pena di continuare a fare gli "sbuffologi" come Tiki, cioè a dedicarsi all'indagine sugli sbuffi - ovvero gli UFO - oppure è preferibile cercare di capire se effettivamente esiste un quadro più ampio, di cui gli UFO non sono probabilmente che una piccola parte?
La componente tecnologica nel più ampio contesto delle manifestazioni del fenomeno UFO è di sicuro un argomento affascinante e non c'è nulla di male ad interessarsene. Ma penso che sia bene tenere sempre a mente che l'aspetto tecnologico degli UFO non è tutto, e gli stessi UFO non sono tutto, ma molto probabilmente sono parte di un qualcosa molto più ampio e complesso.
Quindi, ok, dedichiamoci pure a studiare gli UFO in modalità 'dadi e bulloni', ma ricordiamo sempre che questo non è tutto.
Versioni: 19 giugno 2024 --> 24 giugno 2024 --> 30 luglio 2024
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