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GLI UMMITI

La vita quotidiana


NOTE PRELIMINARI:

Nelle intenzioni dell’autore questo documento vuole essere una guida per aiutare a comprendere gli aspetti principali della ipotetica civiltà ummita, guida che si rende necessaria a causa della intrinseca difficoltà di lettura delle lettere ummite, che sono le principali testimonianze della ipotetica presenza di tale al-trettanto ipotetica civiltà sul nostro pianeta.
In generale, le lettere a cui faccio riferimento si trovano nel sito www.ummo-sciences.org, in francese, e nel sito www.ummo-ciencias.org, in spagnolo, siti di riferimento per tutto quanto attiene alla questione ummita.
Specificamente, la maggior parte delle informazioni sulla vita quotidiana degli Ummiti si trova nella lettera catalogata come D 41, da me tradotta in italiano e disponibile in http://paolog.webs.com/DX-Ummo.htm , a cui rimando chi volesse approfondire questo argomento.
Il contenuto di questo articolo deriva direttamente da quanto citato in tale lettera; ogni eventuale supposizione, deduzione o simile è esplicitamente indicata.
Infine, desidero rimarcare il fatto che, se nel documento mi esprimo all'indicativo presente come normalmente si usa per le questioni la cui veracità non è in discussione, questo NON perché sostengo la reale esistenza di questo ipotetico popolo, ma solo per semplicità espositiva.



Un po’ come succede da noi, la vita quotidiana su Ummo è composta da numerosi fattori collegati. Per questo motivo suddividerò questo articolo nelle diverse componenti.

1) Le abitazioni ummite

Oggi gli Ummiti non abitano in palazzi, che sono utilizzati solo come strutture industriali, ma in abitazioni monofamiliari sparse un po’ dappertutto nella campagna; solo il 27 percento circa della popolazione risiede per motivi di lavoro in agglomerati urbani assimilabili alle nostre città giardino. La maggior parte delle abitazioni ummite è costruita in una forma standardizzata composta da un corpo principale avente la forma di due tronchi di cono tozzi uniti per il diametro maggiore, con i pannelli di copertura trasparenti e una cupoletta alla sommità; tale corpo principale è montato su una colonna estensibile, che dà alla struttura la forma di una specie di grosso fungo.
La colonna estensibile può salire e scendere a piacere fino a inserire completamente il corpo principale in un apposito incavo nel terreno alla base, cosa che torna utile in caso di forti tempeste, che a quanto pare su Ummo possono raggiungere con facilità intensità più elevate dei nostri peggiori uragani.
Oltre a questo, il corpo principale dell’abitazione può ruotare lentamente su se stesso per offrire una vista panoramica agli abitanti.

Come da noi, le abitazioni sono suddivise in vari ambienti, generalmente in numero di cinque o sei, ma le varie “stanze” non hanno necessariamente tutte uno scopo specifico.
Le apparecchiature domestiche sono normalmente nascoste sotto al pavimento, marcate da zone appositamente colorate; al bisogno, i vari apparati possono essere fatti salire dal pavimento mediante un comando ultrasonico emesso grazie alla protesi vocale multifunzionale della quali tutti gli ummiti sono dotati.
La cupoletta superiore ospita un grande schermo emisferico che è parte di un apposito terminale informatico collegato alla onnipresente “Internet ummita” (XANMOO AYUBAA), in grado di riprodurre audio e visualizzare immagini tridimensionali.

Per quanto le abitazioni siano standardizzate, ve ne sono di vari tipi, distinti in base alle maggiori o minori dimensioni e qualità; tali abitazioni sono concesse alle giovani coppie dal governo di Ummo appena hanno fatto il loro ingresso nella comunità di Ummo, e il tipo loro spettante viene calcolato sulla base del loro rendimento intellettuale nel ciclo degli studi e del loro effettivo rendimento nell’attività lavorativa. Ma la cosa non assume carattere permanente: non è infatti raro il caso di persone alle quali era stato inizialmente attribuita un’abitazione di un certo livello e che in seguito hanno dovuto abbandonarla per un’altra di livello inferiore a causa del proprio scarso rendimento lavorativo.


2) Il lavoro

Su Ummo il principio base di quell’attività alla quale diamo il nome di lavoro è analogo al nostro, e consiste nella prestazione di una certa attività da parte del singolo in favore di un datore di lavoro, prestazione che viene da questi remunerata con un certo credito. Il datore di lavoro in questo caso però è unico, ovvero il governo nella persona giuridica dell’UMMOAELEEWE, il Consiglio Generale di Ummo; di fatto, tutti gli ummiti sono ciò che definiremmo impiegati statali in quanto quello che noi chiamiamo il settore privato non esiste, non esistendo la proprietà privata.
Nella psicologia ummita quindi, il lavoro è concepito come un’attività che viene prestata dal singolo in favore dell’intera società.

Le modalità pratiche dell’attività lavorativa non sono molto diverse dalle nostre: il lavoratore esce di casa la mattina per recarsi al lavoro in appositi ambienti per farne ritorno più tardi una volta terminato l’orario di lavoro; solo la durata del lavoro non è simile, in quanto varia generalmente dalle 2,5 alle 3,8 ore terrestri giornaliere (e anche meno per lavori pesanti o logoranti dal punto di vista fisico come intellettuale) a fronte d’un giorno della durata di quasi 31 ore terrestri.
Il lavoro non è retribuito in denaro, in quanto il denaro come tale non esiste su Ummo, ma è retribuito con un sistema di “crediti” che assomiglia molto al nostro attuale sistema della cosiddetta moneta elettronica.
La retribuzione è calcolata sulla base di una relazione matematica semplice che la rende direttamente proporzionale al rendimento effettivo sul lavoro, con un fattore correttivo che obbliga di fatto le persone più talentate a rendere di più, se vogliono mantenere uno stipendio elevato.
Tutti i calcoli per la determinazione del rendimento lavorativo e del relativo “stipendio” sono effettuati automaticamente.
Nelle stesse parole degli estensori delle lettere (D 41-16): “Malgrado l’assenza della proprietà privata, lo stimolo e l’incitazione al lavoro sono più forti che sul vostro pianeta”.

Le donne sono esentate totalmente dal lavoro per il periodo della maternità, che in pratica si estende fino al momento in cui i figli lasciano la famiglia per cominciare l’educazione standard negli appositi centri (all’età di quasi 14 anni terrestri, si veda oltre).


3) La “spesa”

Gli Ummiti non hanno bisogno di uscire per recarsi a fare la spesa, in quanto possono ordinare i beni di cui hanno bisogno tramite il “terminale informatico” di cui ogni abitazione è dotata, e i beni vengono loro inviati mediante un sistema di canalizzazioni standardizzato su tutto il pianeta che assomiglia un po’ al nostro sistema della posta pneumatica.
In tale sistema i beni vengono incapsulati in contenitori cilindrici di dimensioni standardizzate ed inviati mediante l’apposito sistema di canalizzazioni pressurizzate alle abitazioni, dove vengono stoccati o, se destinati alla consumazione immediata, sottoposti ad un processo automatico di spacchettamento ed eventualmente preparazione.
Una scorta delle provviste di uso comune viene mantenuta all’interno dell’abitazione in appositi contenitori e viene automaticamente reintegrata al bisogno.
Il pagamento viene effettuato in forma che definiremmo elettronica, attingendo al credito accumulato mediante l’attività lavorativa.


4) I pasti

I pasti vengono consumati normalmente dalla famiglia riunita e vengono preparati a turno da tutti i membri.
Così come per il dormire, anche i pasti vengono consumati in modo diverso alternando i pasti in casa con altri consumati all’aperto nella natura, utilizzando in tal caso strumenti e metodi di preparazione molto più semplici.

Nelle abitazioni non esistono sedie e tavoli da pranzo, ma delle fosse che si aprono nel pavimento, comandate da un segnale ultrasonico appositamente codificato emesso dalla protesi fonica multifunzionale di cui tutti gli Ummiti sono dotati; i partecipanti si siedono quindi sul suolo e infilano le gambe in queste fosse.
L’equivalente del tavolo è semplicemente l’area di pavimento che si trova fra le fosse. Su tale superficie viene previamente spruzzato un apposito prodotto che crea una fine pellicola che protegge la superficie e la rende asettica.

Esistono invece apparati specifici per la preparazione dei cibi, il più rappresentativo dei quali assomiglia ad un nostro forno a microonde gestito a microprocessore e dotato di numerosi programmi di cottura adatti a vari tipi di cibo, con la principale differenza che questo utilizza onde gravitazionali a frequenza elevatissima per cuocere i cibi.
Non esistono nemmeno le posate. I liquidi infatti vengono succhiati da appositi contenitori aventi la forma di fiaschette con un tubo flessibile, dotati di un sistema che li mantiene alla giusta temperatura e li fa fuoriuscire sotto una debole pressione una volta portata l’estremità del tubo alla bocca.
Gli alimenti solidi vengono portati alla bocca usando le dita, e tagliati mediante un apparecchio simile alle nostre penne a sfera multiple che opera un taglio netto e pulito impiegando un fascio conico altamente energetico alle frequenze della radiazione ultravioletta. Un apposito apparato consente di spruzzare sulla mani una soluzione che forma una pellicola protettiva e asettica sulla pelle; lo stesso apparato consente anche di dissolvere tale pellicola una volta terminato il pasto o quando lo si desideri.

In quanto ai pasti, il primo della giornata è il più copioso e ricco di contenuto calorico e comprende tipicamente liquidi, carne e frutta.
Prima di iniziare il pasto i membri della famiglia adottano una sorta di profilassi psicologica cercando di sgombrare la mente da tutte le preoccupazioni allo scopo di creare un ambiente mentale positivo.
Nella lettera D 41-5 viene infatti affermato che “Un tale ambiente mentale è indispensabile per l’organismo umano; Vi sono delle precise ragioni psicosomatiche per agire in questo modo. In effetti: le alterazioni emozionali negative come gli stati di ansietà, il timore o la paura, tristezze, preoccupazioni eccetera inibiscono la normale secrezione dei succhi digestivi provocando seri problemi all’apparato corrispondente.
E’ curioso notare come voi ignoriate praticamente tale principio malgrado i progressi della medicina psicosomatica che avrebbero dovuto orientarvi seriamente in questo senso
”.

Per quanto riguarda le abitudini alimentari, gli Ummiti mangiano un po’ come noi alimenti liquidi, carne, pesce e frutta. Tipicamente i cibi di origine animale vengono cotti, mentre la frutta viene mangiata cruda.


5) L’igiene personale

La prima operazione della giornata, che tipicamente precede la prima colazione, è il cosiddetto bagno di vapore aromatico. Separati da appositi pannelli opachi, i membri della famiglia vengono avvolti da una massa di vapore turbinante contenente una elevata quantità di ozono e aromatizzato da apposite sequenze odorose accuratamente elaborate a turno dai membri della famiglia (benché siano le donne quelle che da sempre eccellono in tale arte).
A questo fa seguito, sempre nell’ambito delle operazioni igieniche mattutine, l’aspergere l’interno della bocca, le fosse nasali, le ascelle, i genitali con apposite soluzioni finemente vaporizzate.
La sera invece prima di dormire viene effettuato una sorta di “bagno”; a tale scopo, la persona si inserisce in una fossa simile a quella che si apre a comando nel pavimento come accade per i sedili dei pasti, con la differenza che in questo caso la fossa è tale da contenere l’intera persona. Una volta che la persona si trova in tale fossa, “L’abluzione si effettua entro una massa turbolenta d’acqua che si rinnova a grande velocità a diversi livelli di dissoluzione, temperatura e vibrazione ultrasonica”.
In questo contesto è interessante infine segnalare che su Ummo non esistono fognature. A tutti gli Ummiti viene infatti applicato fino dai primi giorni di vita un minuscolo dispositivo che converte le feci in gas, tipicamente elio, eliminando la necessità di qualsiasi sistema di smaltimento.
Nelle lettere non è specificato quale sia il sistema di trattamento dell’urina ma, vista la facilità con la quale su Ummo qualsiasi sostanza viene convertita in qualcos’altro, verrebbe logico da supporre che anche l’urina venga convertita in un qualche gas a basso numero atomico.


6) I vestiti

Gli Ummiti non perdono molto tempo a curarsi degli abiti da indossare. Vi sono infatti solo due categorie di abiti: quelli per il lavoro, che consistono in tute molto attillate i cui colori e motivi geometrici corrispondono ad un preciso sistema di codificazione che indica il genere di lavoro svolto e il relativo livello di responsabilità, e semplici tuniche vivacemente colorate che vengono indossate nel rimanente tempo.
Non esistono lavanderie o lavatrici, dato che tali abiti possono essere con grande facilità dissolti e riciclati (1) per essere poi rifabbricati alla bisogna, grazie alle apparecchiature di cui ogni abitazione è dotata; in tal modo raramente gli Ummiti indossano due volte lo stesso abito.
Gli abiti ummiti non sono costituiti da fibre intessute, anche se nelle lettere è specificato solo che si tratta di un materiale poroso.

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Nota 1: per quanto il termine riciclo serva a dare un’idea del processo, è tuttavia improprio in quanto, così come avviene per molti altri oggetti, gli abiti vengono prima dissolti dall’azione di appositi acidi quindi convertiti in gas a basso numero atomico quali elio o idrogeno che si dissolvono nell’atmosfera.


7) Il tempo libero

Il tempo che chiameremmo “libero”, ovvero quello che rimane a disposizione delle persone una volta compiute le obbligazioni sociali del lavoro è decisamente maggiore del nostro.

Le attività svolte dagli Ummiti durante il tempo libero consistono nella cura della casa, nelle relazioni familiari e sociali, nella formazione intellettuale, religiosa e tecnica e nell’attività ludica.

Occorre anche menzionare un fattore che ha implicazioni di tipo trasversale sulle attività che vengono svolte dagli Ummiti al di fuori dei periodi lavorativi: l’amore per la natura.
Gli Ummiti infatti affermano di nutrire un profondo rispetto e amore per la natura (“Noi orientiamo la nostra tecnica e la nostra civiltà verso una migliore compenetrazione e comprensione della natura” e “Noi amiamo visceralmente la Natura” - lettera D 41-2) e “… noi nella nostra Era possiamo così completare la nostra formazione biologica alternando i nostri processi vitali fra le comodità che ci offre la tecnica applicata nelle nostre case (XAABII) e la vecchia natura, rappresentata dalle rocce accarezzate dai rami di NANAA di IGUU o di OAXAUXAA (Alberi tipici di UMMO) e dai vecchi vulcani che proiettano immense colonne incandescenti di Pentano-Ossigeno che danno alle notti di UMMO un aspetto impressionante” (lettera D 41-6).

È quindi perfettamente normale per gli Ummiti dormire alternativamente a casa o all’aperto, fare la prima colazione una volta in casa e l’altra immersi nella campagna, fare spesso pic-nic, escursioni, scampagnate e così via.

Per quanto riguarda l’attività ludica, gli ummiti giocano ma in un modo molto diverso, perché molto diversi sono i criteri che ne sono alla base. Nella lettera D 41-8 si afferma infatti che su Ummo all’attività ludica viene attribuita una grandissima importanza, e che è stata sviluppata “come un aspetto integrale e trascendente dell’educazione, studiando con rigore scientifico non solo le forme più adeguate di gioco ma anche verificandone mediante processi empirici di laboratorio i risultati sull’organismo e sull’attività neurocorticale”.
Nella stessa lettera viene posta anche una specifica enfasi sul concetto che il gioco viene utilizzato non come da noi, cioè in funzione di terapia, ovvero per curare, ma soprattutto in funzione di profilassi, ovvero per prevenire malattie e scompensi psicologici. Lo stesso termine di “gioco” non traduce appieno il significato del termine usato dagli Ummiti (OXUO KEAIA) che secondo questi, dovrebbe essere tradotto come “arte di esercitare simultaneamente le facoltà fisiche e quelle mentali” nell’ambito di quella che noi oggi chiamiamo una concezione olistica dell’essere umano.
Quest’attività di gioco viene espletata in apposite strutture contenute in grandi fosse rettangolari di dimensioni non standardizzate, che nella lettera citata sono descritte come segue: “Un ipotetico osservatore che arrivasse dalla Terra e che contemplasse queste installazioni per voi così sorprendenti, rimarrebbe perplesso di fronte a questa rete complessa di grandi barre metalliche, passerelle di forme irregolari, masse viscose di una sostanza traslucida e gelatinosa che sembra fluttuare nel vuoto. Strani Tubi flessibili nei quali può passare comodamente una persona, e turbini di una massa gassosa satura di vapore che prende la forma di sfere o parabole di rotazione, e tutto questo in lento e continuo movimento. Osservata da una UEWA ( NAVE VOLANTE ) Tutta questa massa metallica sembra ribollire.”.


8) Il sonno

Benché la durata ottimale del sonno per ciascun individuo sia consigliata dall’onnipresente rete informatica XANMOO AYUBAA, ovvero la citata “Internet ummita”, gli Ummiti dormono mediamente un poco meno di 8 ore terrestri (7,74 ore per la precisione) a fronte di un giorno un po’ più lungo (pari a quasi 31 ore terrestri).
Gli Ummiti sono abituati fin da piccoli a dormire in modo alternato, dormendo una notte in un apposito giaciglio più o meno simile ai nostri letti e quella successiva direttamente per terra, in casa come all’aperto immersi nella natura.

I giacigli delle abitazioni ummite sono normalmente, come tutte le altre apparecchiature domestiche, celati sotto al pavimento. Quando arriva il momento di prepararsi per la notte, grazie a un segnale supersonico codificato dal pavimento viene fatto fuoriuscire un dispositivo toroidale (a forma di ciambella) che viene mantenuto in levitazione ad una certa altezza da un forte campo magnetico alternato.
Da tale ciambella esce quindi una grande quantità di composto schiumoso simile alle nostre schiume poliuretaniche che sotto un rigoroso controllo termico assume la forma di una specie di divano spugnoso sul quale le persone si adagiano e dormono, leggermente cullate dal movimento attentamente calibrato di questo giaciglio.
Una volta utilizzato, la mattina successiva tale divano schiumoso viene dissolto e riciclato (si veda la nota di cui al punto 6), e il dispositivo toroidale torna ad essere nascosto sotto il pavimento.
La successiva notte nelle quale la persona sceglierà di dormire su questo giaciglio, esso verrà formato ex-novo con il processo sopra descritto, per poi essere nuovamente dissolto una volta utilizzato.

Gli ummiti non usano coprirsi durante il sonno e non fanno uso di apparati per il risveglio come le nostre sveglie, che ritengono dannosi per il funzionamento dei centri cerebrali. Una efficace disciplina consente loro infatti di regolare a volontà la durata del sonno.


9) L’educazione dei figli

L’educazione dei figli ha inizio in casa, quando i bambini apprendono le prime nozioni di quello che sarà il loro bagaglio culturale.
L’attività educativa in questa fase è curata dai genitori e si svolge nell’ambiente domestico con l’ausilio di appositi apparati.

La cosa che però più colpisce nel sistema educativo di Ummo è il fatto che senza eccezione tutti i ragazzi giunti all’età di 13,7 anni terrestri abbandonano la famiglia per entrare a far parte di appositi istituti educativi residenziali nei quali ricevono una formazione che, calibrata sulla base del coefficiente psicoattitudinale di ciascun individuo, può durare dai 2 ai quasi 6 anni.
Da questo momento in poi il distacco con la famiglia è volutamente totale (“secondo il nostro concetto educativo, la persona si deve sbarazzare psichicamente di qualsiasi vincolo familiare”); fino a quando i ragazzi non hanno terminato il loro ciclo di studi infatti non potranno vedere ne’ incontrare la loro famiglia, salvo casi eccezionali, mentre la loro famiglia potrà osservarli in determinati orari tramite il display tridimensionale collegato alla “Internet ummita” sito nella cupoletta superiore della loro abitazione. Dopo ormai secoli di abitudine, questo distacco è divenuto una consuetudine per le famiglie di Ummo e non crea alcun problema.
In questo modo tutta la popolazione di Ummo riceve un’educazione che, oltre ad essere standardizzata e svincolata dagli influssi famigliari, si configura come una vera e propria completa preparazione alla vita, non essendo solo orientata alla preparazione professionale; è proprio durante il periodo degli studi che si sviluppano le prime relazioni affettive che, orientate e consigliate da appositi specialisti, porteranno alla scelta di colui o colei che sarà il proprio compagno o compagna per la vita.
In questa fase di formazione i giovani ummiti apprendono anche tutto quanto occorre per divenire cittadini a pieno titolo (secondo la fraseologia ummita, dei veri “nodi della rete sociale di Ummo”).


10) La fine della vita

Anche se questo è un aspetto che non fa propriamente parte della vita quotidiana, la vita ad un certo punto finisce anche per gli Ummiti.

Nella lettera NR-18 del 2003 (non tradotta in italiano al momento) a firma di NABGAA 112 figlia di DORIO 34 è contenuta alla nota num. 7 una toccante descrizione del processo di eutanasia alla quale gli ummiti possono volontariamente ricorrere quando le loro condizioni non sono più tali da consentire un’esistenza dignitosa (cosa che tipicamente avviene fra i 90 e i 120 terrestri anni di vita).
A differenza di quanto fatto finora, riporto di seguito la traduzione accurata e completa di quella porzione della nota numero 7 nella lettera citata dove viene descritto il processo.

CERIMONIA DI CONVERSIONE DELL’UOMO IN ELIO:
La morte è per noi il compimento di tutta un’esistenza e riveste un carattere fondamentale come lo sono la celebrazione del matrimonio, il concepimento e la nascita di un bambino. La cerimonia di conversione in elio, il nostro equivalente della cremazione, viene meticolosamente preparata dall’anziano che si appresta a morire. Questa decisione è generalmente presa congiuntamente dagli sposi, di cui fanno partecipi i figli e il loro ministro di culto.
L’OMGEEYIE [coppia] quindi pianifica la messa a disposizione di un salone funerario dove vengono riuniti tutti i membri della famiglia fino alla quinta generazione. A un pasto frugale fa seguito una commovente seduta di addio alla fine della quale la famiglia è invitata a osservare un documentario che comprende sequenze scelte per illustrare al meglio la vita della coppia che si appresta a partire.
I vecchi sposi allora si isolano, rimanendo fianco a fianco e tenendosi per mano, dietro ad una vetrata che si opacizza lentamente in modo da godere per un’ultima volta del piacere di contemplare tramite la loro discendenza la loro attiva contribuzione alla perpetuazione e al miglioramento della rete sociale di UMMO, nonché al compimento di tutta una vita.
Lo XANMOO [calcolatore] che monitora continuamente i parametri biologici dei due OEMII [persone] determina l’istante preciso in cui una pace profonda invade l’OMGEEYIE [coppia], marcando il momento d’ingresso nella fase meditativa indicante l’abbandono da parte dell’OEMII [uomo]. Un lampo di luce blu indica ai parenti il momento in cui si ha l’emissione di un campo gravitazionale ad alta frequenza che provoca la morte istantanea per distruzione delle cellule cerebrali.
Ha così inizio il processo di conversione in elio degli atomi che compongono il corpo. Una parte di questo elio viene diffusa nell’ambiente, miscelata ad una composizione aromatica specialmente elaborata per l’occasione dalla OMGEEYIE [coppia] stessa. I membri della famiglia possono così inspirare simbolicamente gli ultimi effluvi dei loro antenati, ormai entrati volontariamente a far parte della psiche collettiva di UMMO”
.


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PaoloG


Questa pagina è stata pubblicata il 22/08/2014

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