Provenienza dell'originale:
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sito www.calphysics.org / Journal of British Interplanetary Society, Vol.58/2005, pagg. 43-50
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Note sul documento:
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Si tratta di un documento non proprio recentissimo, in quanto risale al 2004, nel quale gli autori, partendo dalle assunzioni che 1) alla luce delle attuali conoscenze della fisica il viaggio interstellare non è a priori escluso per civiltà ET sufficientemente avanzate a livello scientifico-tecnologico, e che 2) queste avanzate civiltà ET potrebbero preferire lo studio di civiltà non contaminate dalla comunicazione interspecie, concludono che prove della presenza di extraterrestri e/o delle loro sonde sulla Terra potrebbero effettivamente trovarsi nei rapporti d’avvistamento UFO di alta qualità, e che la furtività delle loro manifestazioni potrebbe essere dovuto a quanto espresso nel punto 2 sopra.
È interessante menzionare che alle tematiche della possibilità di viaggi a velocità superluminale di cui al punto 1 sopra (condizione necessaria all’effettuazione dei viaggi interstellari) viene fatto cenno da uno degli autori del documento, Harold E. Puthoff (che fra l’altro è anche uno dei fondatori della To The Stars Academy), nel discorso tenuto alla Conferenza SSE/IRVA del 2017 (tradotta in italiano qui )
In riferimento invece alla tematica della furtività delle apparenti manifestazioni/visitazioni ET, trovo interessante notare che i supposti Ummiti affermano esattamente lo stesso concetto di cui al punto 2 sopra, cioè che uno dei principali motivi per la furtività della loro presenza sulla Terra e per la precisa volontà di non palesarsi apertamente è il desiderio di poter studiare l’umanità terrestre senza le “contaminazioni” che sarebbero inevitabilmente introdotte da contatti con altre specie.
NOTA DEL TRADUTTORE: Il permesso per la pubblicazione di questa traduzione è stato da me richiesto con diversi messaggi di posta elettronica e due telefonate alla British Interplanetary Society ma, malgrado le assicurazioni verbali, non ho avuto alcuna risposta. Interpreto pertanto questo silenzio come assenso.
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